Il canto del Vivente


Tu sei
in quanto io ti penso
quale pensante me
e io sono
in quanto tu mi pensi
quale pensante te
sicché
tu non cessi di pensarmi
e quindi di esserci
finché io ti penso
e io non cesso di pensarti
e quindi di esserci
finché tu mi pensi
Ma se
è il nostro reciproco pensarci
a porci in essere
nell’infinito dirci
tu sei
che
quale atto supremo dell’amore
ci fa l’un l’altro
garanti della vita
noi stessi siamo l’infinito.
E se noi siamo l’infinito
l’infinito
finalmente è
perché
l’infinito non è
se non
in chi
è infinitamente.

(Silvia Montefoschi, La glorificazione del Vivente nell’intersoggettività tra l’uno e l’altro, 1995)

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